venerdì 7 settembre 2012

Ingressi separati per maschi e femmine: un ritorno al passato?

La riapertura delle scuole porta con sè ogni anno una scia di polemiche. Concorsi mancati o truccati, cattedre vacanti e rincari sui libri di testo sono gli argomenti più gettonati per i titoloni sui giornali, ma quest'anno si è ritagliata un piccolo spazio di notorietà anche una Preside di Pistoia che ha chiesto di predisporre ingressi separati per studenti e studentesse.
Per far fronte all'alto numero di iscrizioni -  in larga parte ragazze - al suo istituto artistico, la Dirigente è stata costretta a trasferire alcune sezioni in un istituto professionale frequentato quasi esclusivamente da ragazzi. E così un banale problema di edilizia scolastica è diventato un piccolo caso perchè la Preside ha chiesto  ingressi separati per maschi e femmine.
Di fronte alle polemiche pare che la richiesta sia già stata ritirata. Questo, però, è un dettaglio. La notizia, invece, mi ha molto colpito. Gli ingressi separati possono impedire contatti tra ragazzi e ragazze in una scuola superiore?  Credo che chiunque abbia anche un solo vago ricordo della propria adolescenza non possa crederci davvero!

Ma al di là dell'utilità pratica, che senso ha impedire contatti tra maschi e femmine? A parte la banale considerazione di voler tenere sotto controllo le conseguenze degli eccessi ormonali dell'età, esiste un fondamento educativo nel tornare alle classi separate? Devo dire che non mi sono mai posta seriamente la domanda, dando per scontato che le classi e le scuole miste siano un dato acquisito e anche la migliore delle soluzioni possibili. Ho fatto qualche ricerca e ho scoperto, invece, che sul tema ci sono posizioni contrastanti e che anche alcune femministe storiche sono favorevoli alla separazione, considerando  le classi miste penalizzanti per le ragazze.  Potete trovare un articolo interessante sul sito dell'Università delle Donne a questo link http://www.universitadelledonne.it/cicerone.htm .

Anche se non ho titoli per esprimermi da un punto di vista scientifico, a me l'idea di tornare alle classi separate mette solo tristezza. E mentre ci riflettevo, mi sono ritrovata a pensare alla mia nonna - classe 1913 - che aveva conseguito il diploma di ragioniera in un tempo in cui le donne che potevano studiare erano pochissime. Spesso mi raccontava aneddoti del suo periodo di studi in una scuola pubblica frequentata in larga parte da maschi. Era molto orgogliosa del suo titolo di studio e considerava importante, anche per lo sviluppo della sua personalità, aver studiato con compagni maschi.  Era una donna intelligente e con una mentalità aperta per cui coglieva d'istinto quanto potesse essere penalizzante per le ragazze una separazione netta con l'altro sesso, un'educazione che non ti dava gli strumenti per rapportarti con gli uomini, condannandoti di fatto ad una vita di subalternità.
Almeno su questo abbiamo fatto dei passi avanti. Perchè voler tornare indietro?

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